Il panorama, è vera poesia? Non sempre!
Dolci colline, vette innevate, laghi spettacolari, non bastano questi clichè per poter dire di essere difronte una vera fotografia poetica. Un’immagine poetica non sempre è come la si intende, anzi, potrebbe avere soggetti completamente diversi, potrebbe sconvolgere oppure creare disagio. L’unica specie di “traduzione” possibile tra poesia scritta e linguaggio fotografico si ha con quelle immagini che spiegano la vita, la natura o entrambe le cose insieme e che ci fanno riflettere. Qualsiasi immagine che non racconta qualcosa, non è poesia. Questo vale anche per i panorami.
In fotografia, la poesia è la capacità di trascendere l’immagine, andare oltre al soggetto e far parlare di quello che ritrae e di quello che rappresenta. Se nella fotografia di panorama non si percepisce una sinopia di qualcosa di remoto, come la mano e l’intervento del lavoro dell’uomo o la maestosità infinita della natura (così per dirne un paio che mi sono venute in mente…), perde di qualsiasi significato e diventa inutile. La capacità di trascendere non è esclusiva del panorama, infatti esistono ritratti e reportage che non faticano a essere considerate fotografie poetiche, anche se spesso presentano contenuti forti che mettono a disagio e imbarazzo spesso trattando argomenti scomodi.
Molto tempo fa ero convinto che panorama e reportage fossero in contrasto netto, pensavo che la poesia fosse qualcosa di bello, soave. Mi sono accorto del pesante sbaglio di vedute recandomi a Roma per vedere la mostra di Salgado. Il Maestro usa il panorama come parte integrante dei suoi reportage per descrive il contesto e il posto in cui si svolgono i fatti, ma come è noto nei suoi racconti c’è spesso crudeltà, violenza, ingiustizia. Raccontano con una poesia che comunque siamo spesso abituati a sentire anche in letteratura o in musica, per chi come me si ostina a continuare ad ascoltare Il Faber, dove la solitudine, il grottesco, l’arroganza, la passione, la meschinità sono spesso i veri soggetti delle sue canzoni.
Le fotografie di Adams invece, non trattano argomenti spinosi e sono famosi i suoi panorami, tra i più belli di sempre. La potenza delle sue foto sta nella chiara e ovvia importanza sia visiva che narrativa delle immagini, un connubio raro da trovare nelle foto panoramiche. Sì, è poesia pura.
Vorrei poter dare consigli diretti per poter aiutare chi legge a fare delle propie fotografie delle vere e proprie poesie, ma non sono così bravo e poi non voglio influire sullo stile di nessuno, non è bello. Posso solo dire che occorre pensare che da una parte c’è la capacità di saper guardare fotograficamente, dall’altra la tecnica. La tecnica serve per far parlare la nostra capacità, ma se ci si concentra solo sulla tecnica e non si sa guardare fotograficamente, le nostre foto saranno vuote e senza significato. Se si fanno fotografie che non raccontano niente, di certo non si fa poesia.
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